
In Harry Potter il MANDANTE non è un personaggio ben definito. Molti sono i personaggi che a turno svolgono questo compito. Hermione, ad esempio, che lo spinge, specialmente nell'ultimo libro, in direzioni diverse da quelle scelte da Harry, pertanto lo porta a compiere una determinata azione. Anche Ron a volte fa lo stesso, ad esempio nel primo libro lo spinge all'azione quando si sacrifica nella partita a scacchi, imponendo perciò a Harry di andare avanti nella missione. Silente è anch'esso un MANDANTE, quando ad esempio lo spinge a cercare di recuperare il ricordo di Lumacorno o lo mette sulla strada degli horcruxes. Lo stesso Piton, anche se lo si viene a sapere solo all'ultimo, è un MANDANTE, quando lo spinge a cercare la spada di Grifondoro o quando lo consiglia di chiudere la sua mente a Voldemort.
In Harry, però, il vero MANDANTE è la sua volontà. Harry ha una grande volontà e riesce a gestirla sempre nel migliore dei modi. Non per niente è sopravvissuto senza danni mentali alla convivenza con gli zii. La sua grande volontà e la sua grande forza d'animo lo spingono a rifiutare l'amicizia di Draco Malfoy così come lo spingono a decidere lui stesso la Casa a cui appartenere, convincendo il Cappello Parlante a smistarlo nei Grifondoro. E' la sua grande volontà che gli fa affermare di essere un uomo di Silente sempre e comunque così come gli fa accettare di essere il solo a poter distruggere Voldemort anche a costo della sua stessa vita, portandolo così a sacrificarsi per tutti.
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