sabato 22 dicembre 2007

Non dirlo!!!

Guai a chi lo chiama per nome!!! Peste lo colga!!!
Orv
oloson o Marvolo che sia, ritrovarsi con un nome del genere ti porta a pensare che magari i tuoi genitori ti han voluto fare un dispetto (è il minimo!). Mi immagino la scena: Tom Riddle che gioca con le lettere del suo nome cercando di incastrarle per tirarne fuori qualcosa di grandioso. Quanto tempo avrà impiegato? Io ci avrei messo mesi, è sicuro!
 
Ora, quel poveretto ha faticato così tanto per trovarsi un nome adeguato e gli altri che fanno? Lo ignorano ed evitano di pronunciarlo? Ah rabbia!
La paura del nome riflette la paura di ciò che quel nome rappresenta. E così tutti lo chiamavano... senza chiamarlo affatto. Tu-Sai-Chi, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato... tutta questa tiritera per non chiamarlo per nome? Ma mettetegli un nick più corto... magari chiamatelo UGO. Chi ha ucciso i Potter? UGO !!! Chi ha riacquistato un corpo che più brutto non si può? UGO !!! Di chi è seguace Bellatrix? Ma di UGO è logico !!! 
Mi immagino Lucius che si rivolge a Voldemort dicendo "Mio Signore e Padrone UGO!!!"
 
Sarebbe stato di sicuro destabilizzante per Voldemort e invece di ritrovarsi al potere sarebbe stato sepolto da quintali di pernacchie.
 
Nella letteratura italiana abbiamo un esempio fulgido di innominabilità: l'Innominato (appunto) dei Promessi Sposi. Aveva costui un nome molto più altisonante del bel Tom: si chiamava infatti Francesco Bernardino Visconti. Oh Visconti eh, mica pappole!!!!
 
Cos'hanno in comune questi due, a parte la cattiveria? In maniera diversa il loro destino è legato al pentimento. Il Visconti si pente e si redime (vuoi per l'intervento del Cardinal Borromeo, vuoi per la voglia di andarsene in pensione visto che non era più un giovincello). Voldemort non sa che farsene del pentimento (forse non sa nemmeno cosa sia) e così butta alle ortiche tutta la sua lotta e la sua vittoria (pia illusione) sulla morte.

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