lunedì 31 dicembre 2007

FUNZIONE 7 - LA CONNIVENZA

Harry cade nella trappola (nel primo libro) e diventa quasi complice di Raptor quando incosapevolmente lo aiuta mettendo i bastoni fra le ruote a Piton.
Anche nel quarto libro Harry è portato a seguire il falso Moody, tant'è che per poco non ci rimette la vita.
Nel quinto cade in pieno nella trappola di Voldemort, noncurante dei consigli ricevuti, e si reca insieme ai suoi amici al Ministero, dove troverà la morte Sirius Black accorso in loro aiuto.

FUNZIONE 6 - LA TRAPPOLA

Qual è l'inganno messo in atto dall'Antagonista in Harry Potter per far cadere in trappola l'Eroe? Ve n'è più d'uno. Il primo è rappresentato dal professor Raptor che, con il suo modo di fare, sposta l'attenzione su Piton. Raptor è un servo di Voldemort e gli sta prestando il suo corpo, ma recita talmente bene la parte del timido e innocuo balbettante professore da ingannare tutti, persino Silente.
Stessa cosa succede con Barty Crouch jr, che invece si camuffa da Malocchio Moody tramite la Pozione Polisucco. Anche lui ingannerà tutti, Silente compreso.
Nel quinto libro Voldemort stesso ingannerà Harry, attraverso la connessione mentale che c'è tra loro, facendolo cadere nella trappola preparata al Ministero.

FUNZIONE 5 - LA DELAZIONE

In Harry Potter di DELAZIONI importantissime ve ne sono 2. La prima, in ordine di tempo, è la soffiata che Voldemort riceve da Piton riguardo la Profezia. E' da qui che l'Antagonista comincia a cercare notizie sull'Eroe. La seconda, decisiva, è quella di Peter Minus "Codaliscia", il quale, rivelando a Voldemort l'ubicazione della casa dei Potter, con la conseguente uccisione di Lily e James e il mancato assassinio di Harry, mette in moto il meccanismo che porterà poi il ragazzo a compiere la sua missione, quella di eliminare Voldemort.

FUNZIONE 4 - LE INDAGINI

Svolte dall'Antagonista per scoprire qualcosa o qualcuno. Nel caso di Harry Potter, Voldemort faceva di sicuro indagini prima della nascita del ragazzo, ma non erano pertanto incentrate sul'Eroe. E' probabile pensare che rivolgesse le sue attenzioni a Silente. E' infatti il preside che Piton stava spiando nel 1980 al pub Testa di Porco, chi altri se no? Solo dopo aver saputo della Profezia l'Antagonista ha concentrato le sue ricerche su Harry, o meglio su un bambino nato alla fine di luglio e, con un qualche criterio, decidere che quel bambino debba essere Harry.
In seguito Voldemort cercherà notizie e tracce riguardo la Pietra Filosofale, la Profezia completa, i Doni della Morte (in particolare la Elder Wand).
La trasformazione di Tom Riddle in Voldemort è comunque costellata di ricerche: il funzionamento degli horcruxes prima di tutto, poi i suoi parenti e i nascondigli per gli horcruxes.

domenica 30 dicembre 2007

FUNZIONE 3 - LA DISOBBEDIENZA

Tutti gli ordini ricevuti da Harry vengono puntualmente disattesi. Il non fare o non nominare cose strane in casa Dursley è sempre stato praticamente impossibile per Harry. Essendo un mago non poteva di sicuro tenere a freno la sua natura e le azioni magiche svolte anche involontariamente hanno sempre procurato al ragazzo punizioni e atteggiamenti cattivi.
La prima a cui assistiamo come lettori (ma non la prima come ordine di tempo) è l'episodio dello zoo, in cui Harry fa sparire la lastra che chiude la gabbia del boa, liberando così il serpente. Nel terzo libro è famosissimo il gonfiamento di Zia Marge.
Nel primo libro, noncurante dei suggerimenti della McGranitt e di Hagrid, si informa sulla Pietra Filosofale e sul luogo dove è nascosta. L'ordine di non cercare lo Specchio delle Brame viene disatteso per caso, in quanto lo Specchio si trova proprio nel luogo in cui è nastosta la Pietra.
Il suggerimento di non nominare Voldemort viene disatteso sempre e comunque, in quanto Harry dimostrerà sempre di non aver paura a pronunciare il nome dell'Antagonista. Addirittura, nel settimo libro, evita di pronunciarlo per far piacere a Ron ma poi, trovandosi faccia a faccia col nemico, lo chiama addirittura col suo vero nome: Tom Riddle.
Nel secondo libro disattende, con l'aiuto di Ron, Fred e George, all'ordine di Dobby, che cerca di salvarlo, e si reca a Hogwarts. L'ordine di non fare magia fuori dalla scuola in quanto mago minorenne viene trasgredito da Dobby ma in seguito Harry produrrà un patronus non solo fuori dalla scuola ma di fronte a un babbano, anche se per salvare se stesso e il cugino Dudley.
Nel terzo libro, lasciandosi influenzare da tutte le voci che sente circa la morte dei suoi genitori e la probabile spia responsabile, si ritrova, per puro caso, tra le braccia di Sirius Black. Certo è stato un caso, ma Harry non aveva fatto poi molto per rimanere al sicuro, visto che disobbedisce agli ordini e si reca a Hogsmeade di nascosto, usando il Mantello dell'Invisibilità.
Nel quarto libro Harry, ancora una volta, disobbedisce a un ordine non per sua colpa o scelta. Il suo nome, infatti, viene inserito nel Calice di Fuoco da un Mangiamorte infiltratosi a Hogwarts sotto mentite spoglie.
Nel quinto libro Harry viene a scoprire la Profezia per vie traverse e, disattendendo ordini e consigli, vuole entrare a far parte attiva dell'Ordine della Fenice. Non potendo, disobbedisce a un ordine della Umbridge e crea l'Esercito di Silente. Non ascoltando, poi, i suggerimenti di altri personaggi, si reca al Ministero, mettendo in pericolo la sua vita e quella dei suoi amici, nonchè forse provocando la morte di Sirius.
Nel sesto libro recupera il ricordo di Lumacorno dopo aver disatteso le aspettative di Silente e non aver dato peso all'urgenza. Non può, però, recarsi da Piton per avvertirlo perchè bloccato dallo stesso Silente.
Nel settimo libro non prova nemmeno a considerare possibile il velato suggerimento di Molly e si mette alla ricerca degli horcruxes: ormai ha una missione da compiere e lo sa.
Come per gli Ordini, anche le DISOBBEDIENZE di Harry sono funzioni che avvengono in tempi diversi da quello previsto nello schema di Propp.

sabato 29 dicembre 2007

FUNZIONE 2 - L'ORDINE

L’ORDINE, nel caso di Harry Potter, è un divieto. Gli zii, infatti gli vietano di fare cose strane, di parlare anche di cose strane, soprattutto di nominare la magia. L’ordine perdurerà nel tempo, anche quando Harry diventerà consapevole della sua natura magica e frequenterà Hogwarts, tornando a casa Dursley solo per le vacanze estive.
Questa funzione però la si può trovare in tutti i libri di Harry Potter. La morte dei genitori rimane come funzione primaria relativa a tutta la saga, ma ogni capitolo di questa presenta una funzione simile.
Nel primo libro l'ORDINE, o meglio il divieto, è di non occuparsi della Pietra Filosofale e gli viene impartito, in modi ed atteggiamenti diversi, da Hagrid e dalla McGranitt. C'è anche un altro divieto, che è quello di non usare lo Specchio delle Brame, e gli viene impartito da Silente, ma anche questo è legato alla ricerca della Pietra. Però il primo divieto che Harry riceve, o meglio che gli viene suggerito, è quello di non nominare Voldemort.
Nel secondo libro il divieto gli viene da Dobby secondo il quale Harry non dovrebbe recarsi a Hogwarts. Si viene però a conoscenza di un altro divieto: quello di usare la magia fuori dalla scuola.
Nel terzo libro si hanno due divieti importanti. Il primo glielo suggerisce Arthur Weasley: non andare a cercare Sirius Black. Il secondo è una regola della scuola: non è possibile frequentare Hogsmeade senza autorizzazione.
Nel quarto libro troviamo un divieto gestito in maniera atipica: l'ordine di non poter partecipare al Torneo TreMaghi senza aver compiuto 17 anni.
Nel quinto libro a Harry viene vietato di conoscere la Profezia e di occuparsi attivamente dell'Ordine della Fenice. Inoltre ci sono i vari divieti della Umbridge, compreso quello di creare associazioni. Harry, inoltre, riceve l'ordine di imparare l'Occlumanzia. Un altro ordine si può considerare quello di non cercare Sirius Black al Ministero.
Nel sesto libro riceve due ordini importantissimi da Silente: recuperare il ricordo di Lumacorno e, sulla Torre di Astronomia, andare ad avvertire Piton.
Nel settimo libro riceve un ordine velato da Molly Weasley: non andare in missione per conto di Silente.
Come si è visto, solo l'ordine primario avviene all'inizio della storia. Tutti gli altri avvengono nel corso di questa e possono anche non corrispondere all'inizio di ogni libro.

FUNZIONE 1 - LA PARTENZA

La PARTENZA, in Harry Potter, potrebbe essere ricondotta alla morte dei suoi genitori. In effetti è una “dipartita”. E’ in quel momento che l’Eroe entra in scena, anche se solo come infante sopravvissuto fortunosamente e misteriosamente all’attacco di Voldemort.

PERSONAGGIO 8 - LA PRINCIPESSA

La PRINCIPESSA (a volte il PRINCIPE) rappresenta il premio finale dell’Eroe. Di solito l’Eroe lotta per liberarla, salvarla da draghi, orchi, bande di briganti, ecc.
In effetti nella storia di Harry Potter non c’è una vera e propria PRINCIPESSA da considerare premio finale. Vero che Harry stenta parecchio prima di “dichiararsi” a Ginny, ma solo perché fino ad allora non si era accorto di esserne innamorato. E’ Ginny, in realtà, che, per anni, aspetta in silenzio e chissà quanti rospi ha mandato giù. E’ lei che lotta per lui e non il contrario.
In realtà il vero premio finale per Harry è la sua separazione da Voldemort e tutto ciò che questo distacco rappresenta: il ritorno alla pace, l’annullamento della tensione, una vita normale. Il premio finale è nell’ultimo capitolo della saga: Harry e la sua famiglia, la sua vita e la sua tranquillità.

PERSONAGGIO 7 - IL SOVRANO

Il SOVRANO, il Re, il Capo, il Generale: in Harry Potter potrebbe ricollegarsi alla figura del Ministro della Magia, prima Caramell poi Scrimgeour. Dalla parte dei buoni, non sempre il loro comportamento verso Harry si può considerare positivo. Caramell, di carattere più bonario, all’inizio ha un atteggiamento quasi paterno verso Harry, benevolo e accomodante. Quando però il suo potere viene minacciato cerca di screditare l’Eroe. Scrimgeour, invece, non ha un atteggiamento positivo nei confronti di Harry, cerca da subito di accaparrarsi il suo aiuto ma non per ciò che il ragazzo è quanto per ciò che rappresenta: la speranza. Il nuovo Ministro vuole assicurarsi l’appoggio di Harry per ottenere consensi a favore dell’operato del Ministero. A Scrimgeour non interessa cosa Harry fa o cosa intende fare, se rischia la vita oppure no, a lui interessa soltanto che la persona ritenuta da tutti l’ancora di salvezza si mostri favorevole ai metodi del Ministero. Continuerà per la sua strada con o senza Harry, ed è questo che farà fino alla fine.

PERSONAGGIO 6 - L'AIUTANTE

L’AIUTANTE, facile da definire, è il braccio destro, colui che da un aiuto concreto all’Eroe nel corso della sua missione. Spesse volte è il suo più caro amico.
Il mondo del fantasy pullula di AIUTANTI famosissimi: Han Solo di Guerre Stellari, Samwise Gamgee de Il Signore degli Anelli, Zazu l’aiutante di Mufasa nel Re Leone (diventerà poi il Mentore di Simba), Watson di Sherlock Holmes, Kit Carson di Tex Willer, e chi più ne ha più ne metta.
In Harry Potter troviamo due AIUTANTI: Ron e Hermione. Entrambi lo aiutano concretamente, forse più Hermione. Ron però ha qualcosa di più: forse perché è maschio come Harry, ha una sorta di complicità con lui. C’è tra i due ragazzi una amicizia che fin dall’inizio si riconosce come eterna. Persino quando si allontanano (per ben due volte nel corso dei libri Ron si allontanerà da Harry) si capisce che non potranno stare lontani a lungo.
Ron, per Harry, è l’amico che non ha mai avuto, forse persino un fratello, è la persona che per prima lo ha accettato senza remore e che, senza niente chiedere in cambio, gli ha offerto spontaneamente la sua amicizia.
Harry, per Ron, è l’amico, o il fratello, della sua stessa età, la prima persona con la quale non deve misurarsi e, anche se Harry è più famoso di lui e si rivela più bravo di lui, non ha bisogno di confrontarsi con lui e nessuno gli chiederà mai di farlo.

Silente: saggio o megalomane?

In un altro post ho detto che Silente è il Mentore di Harry, colui che lo guida e gli fornisce qualcosa che gli sarà utile per portare avanti la missione.
In realtà il personaggio di Silente non è così ben delineato. Siamo abituati, per bocca della Rowling, o meglio dei suoi personaggi, a considerare Silente infallibile. Se fa qualcosa ha i suoi motivi, se dice qualcosa è perché quella cosa è vera o giusta. Ma è davvero così? Analizzando i fatti non sembrerebbe. Raramente Silente pretende qualcosa da Harry, cioè chiede a Harry di fare una determinata cosa o seguire un certo percorso. Non gli indica alcuna strada da seguire, al contrario lo osserva e solo dopo gli sforzi e gli sfoghi del ragazzo gli fornisce indizi e consigli. Questo accade nei primi cinque libri e in parte del sesto. Solo prima di morire gli fornisce il segreto degli horcruxes e lo spinge a cercarli, imponendogli pertanto di seguire una strada. Ma fino ad allora Harry svolge delle prove alle quali Silente assiste senza intervenire. Il recupero del ricordo di Lumacorno è l’ultima prova, lo spartiacque tra Harry protagonista inconsapevole e “fortunato” e Harry protagonista consapevole e in grado di manipolare la fortuna e gli eventi. Prima di allora non aveva la strada segnata: sapeva, certo, della sua natura e del suo destino, ma veniva catapultato in situazioni e accadimenti per caso o per spirito coraggioso o per curiosità o anche, perché no, per presunzione.
Nel primo libro Silente non impedisce a Harry di cercare la Pietra Filosofale, ma nemmeno gliene parla. Harry decide autonomamente di preoccuparsi della protezione della Pietra, infischiandosene delle protezioni che i professori hanno già messo in atto, compreso Silente il quale, sembrerebbe, aveva usato una magia speciale (solo una persona che avesse voluto trovare la Pietra, trovarla ma non usarla, avrebbe potuto prenderla) a causa della quale Voldemort non avrebbe mai potuto prenderla, nemmeno con il tramite di Raptor. Spinto invece da una preoccupazione mista a presunzione, ignorando ciò che Hagrid gli diceva e partendo in quarta contro il professor Piton, Harry mette in pericolo se stesso, i suoi amici e la stessa Pietra. Perché Silente non parla a Harry della Pietra? Forse perché si trova di fronte un ragazzino di undici anni che sta ancora scoprendo le sue potenzialità. Questa potrebbe essere una buona ragione. A favore di ciò ricordiamo che Silente nasconde lo Specchio delle Brame proprio nel luogo dove si trova la Pietra. Checché ne dicano i suoi sostenitori, il preside sa soltanto che Harry continua a visitare quello specchio alla ricerca del suo passato, non prevede assolutamente che il ragazzo possa mettersi a cercare la Pietra. Se lo avesse fatto avrebbe intuito le ragioni di Harry e, visto l’incantesimo posto sulla Pietra, non avrebbe mai messo lo Specchio proprio in quel posto.
Nel secondo libro succede la stessa cosa ma con una sfumatura che mette Silente sotto una luce diversa. Non impedisce a Harry di cercare la Camera dei Segreti e nemmeno gliene parla. Harry, anche in questo caso, fa tutto da solo, spinto anche dagli eventi e dal caso, che ha molto spazio in questo libro. E’ un caso che il diario di Tom Riddle finisca proprio nelle mani di Ginny Weasley, cioè di una ragazzina bisognosa di affetto e attenzioni che riversa tutto in quelle pagine. Fosse finito nelle mani di Hermione avrebbe avuto vita breve. E’ un caso che Harry scopra di saper parlare Serpentese proprio di fronte a tutti, che scopra l’ingresso per la Camera dei Segreti, che Allock si riveli un babbeo, che Ron non possa seguirlo, ecc. La sfumatura di cui parlavo è l’atteggiamento di Silente nei confronti di tutta la vicenda. E’ pienamente consapevole, da uomo navigato, che Allock sia un “allocco”, decisamente inadeguato e incapace di portare in salvo la piccola Weasley, eppure non fa assolutamente nulla per salvarla lui stesso. La McGranitt e Ruf sostengono, e tutti gli altri con loro, che la Camera non esiste e che, nel corso degli anni, sono state fatte ricerche risultate infruttuose. A queste affermazioni non si ha alcuna risposta da Silente, sia di conferma che di smentita. Come mai? Come sperava il saggio preside che si potesse salvare Ginny? Sembra quasi distaccato negli avvenimenti e solo all’ultimo si rende conto che Harry ne sa molto di più di quanto forse lui credeva.
Se per i primi due libri Silente è rimasto quasi in disparte, forse ritenendo Harry troppo giovane e immaturo e non ancora pronto per affrontare certe situazioni, anche se ha pienamente dimostrato il contrario, pertanto ritenendo che non mettendolo a conoscenza di alcune cose potesse tenerlo al sicuro, nel terzo libro si vede quasi costretto a proteggerlo apertamente, anche se le informazioni che gli fornisce rimangono vaghe. Come al solito Harry dovrà cercare notizie e spiegazioni da solo (con l’aiuto, beninteso, dei suoi amici Ron e Hermione) e, come al solito, si catapulterà nell’azione, sarà lui stesso a recarsi da Black, così come era stato lui recarsi nel luogo della Pietra Filosofale o nella Camera dei Segreti. Silente, solo in questo libro, comincia a prendere coscienza della maturità di Harry e gli affida (a lui e a Hermione) la salvezza di un uomo innocente e di un ippogrifo, mandandolo incontro a enormi pericoli, non ultimi i Dissennatori sparsi in giro.
Nel quarto libro Silente viene quasi sopraffatto dagli eventi, quando è costretto ad accettare Harry come quarto partecipante al Torneo TreMaghi. Qui è la prima volta che Harry non decide autonomamente di porsi in prima linea, ma viene spinto subdolamente da qualcun altro. Silente dimostra però, per la prima volta in maniera evidente, di fidarsi un po’ troppo dei suoi giudizi. Subisce un enorme smacco da un giovane Mangiamorte che per un anno intero gli vive fianco a fianco ingannandolo. Nello stesso tempo però, anche se pienamente consapevole del pericolo che il ragazzo corre, sembra quasi impossibilitato a porvi rimedio e, ripensando a quanto successo negli anni precedenti, viene da pensare che Silente non abbia affatto risposte ad ogni domanda o soluzioni ad ogni problema.
Nel quinto libro Silente perdura nel suo atteggiamento protettivo fatto però di silenzi e spiegazioni non date. Impedisce a Ron e Hermione di scrivere a Harry dell’Ordine della Fenice ma poi permette al ragazzo di entrare a farvi parte, non intervenendo con chiarimenti più che dovuti ma, come al solito, delegando il compito ad altre persone. Certamente Silente aveva una visione più chiara degli accadimenti, infatti sapeva che Harry era in contatto mentale con Voldemort e che questo poteva arrecargli danno. Sono gli altri dell’Ordine, Sirius in testa, a dare a Harry risposte, purtroppo non complete visto che solo Silente conosce i fatti interamente e da lungo tempo.
Nel sesto libro avviene l’inversione di rotta. Silente “pretende” da Harry l’intervento attivo ma non dettato dal caso o dalla cocciutaggine del ragazzo, bensì seguendo una strategia ben delineata. E’ necessario distruggere gli horcruxes per distruggere Voldemort. Silente ha preparato la strada a più di una persona e pretende che questa strada venga seguita. Con Piton è costretto a ricorrere al ricatto morale e al giuramento (Piton non è un ragazzino, ma un uomo che ha molto sofferto e che non ha nulla più da perdere), di Harry invece si fida, o meglio si fida della sua fedeltà.
La figura di Silente, vista anche la storia della sua vita raccontata da più voci nel settimo libro, è più normale di quanto vogliano farci credere. Ha molti difetti e debolezze e lo dimostra fino all’ultimo: malgrado tutta la sua esperienza e la sua conoscenza non riesce a resistere dall’indossare l’anello dei Gaunt. Lui cercava solo la Pietra della Morte, che era incastonata nell’anello, sapeva perfettamente che quell’anello era un horcrux, pertanto protetto da una grandissima maledizione, eppure non ci pensa su nemmeno un po’ e lo indossa, procurandosi una morte annunciata che solo l’abilità di Piton riesce a procrastinare. Un errore da pivello, non c’è che dire. Troppa sicurezza o megalomania? Errori del genere Silente ne ha compiuti parecchi: non ha impedito a Piton di riportare la profezia a Voldemort, non ha protetto efficacemente i Potter, ha lasciato Harry in balia di se stesso e del caso, si è fatto ingannare da Barty Crouch jr, non è riuscito a imporsi a Caramell, ha delegato ad altri compiti che sarebbero spettati a lui, ecc. E’ così infallibile? E’ un vero MENTORE?

venerdì 28 dicembre 2007

PERSONAGGIO 5 - IL MENTORE

Il MENTORE consiglia l’Eroe, lo guida e spesso gli fornisce la possibilità di svolgere al meglio la sua missione donandogli un oggetto o mettendolo a parte di un segreto.
In Harry Potter il MENTORE per eccellenza è Silente. Lo aiuta, lo conforta, lo mette al corrente di vari cose, lo spinge in direzione del coraggio e del destino. Cosa Silente dona a Harry? Qual è il regalo magico che aiuterà l’Eroe nella sua missione? La prima cosa che Silente dona a Harry è la consapevolezza della sua natura di mago. Tramite Hagrid, Silente fa in modo che Harry, checché ne dicano gli zii, scopra di avere poteri magici e di appartenere ad una realtà diversa da quella misera in cui vive. Harry scopre, così, di non essere un reietto ma una persona famosa, invidiata, osannata, ammirata, disprezzata, ecc. Pian piano scopre anche di essere il predestinato, il prescelto, la speranza per tutto il mondo magico. Silente gli fa conoscere la profezia che lo riguarda facendogliela ascoltare per intero, lo mette cioè al corrente di ciò che l’Antagonista Voldemort ritiene un’arma. Alla fine gli regala il segreto degli horcruxes, segreto di Voldemort, e così facendo lo spinge a cercarli per distruggerli.

PERSONAGGIO 4 - IL MANDANTE

Il MANDANTE, come già detto, è colui che spinge l'Eroe a svolgere il suo compito, a portare avanti la sua missione. Lo istiga, lo pungola, lo spinge ad agire, lo consiglia di andare avanti.
In Harry Potter il MANDANTE non è un personaggio ben definito. Molti sono i personaggi che a turno svolgono questo compito. Hermione, ad esempio, che lo spinge, specialmente nell'ultimo libro, in direzioni diverse da quelle scelte da Harry, pertanto lo porta a compiere una determinata azione. Anche Ron a volte fa lo stesso, ad esempio nel primo libro lo spinge all'azione quando si sacrifica nella partita a scacchi, imponendo perciò a Harry di andare avanti nella missione. Silente è anch'esso un MANDANTE, quando ad esempio lo spinge a cercare di recuperare il ricordo di Lumacorno o lo mette sulla strada degli horcruxes. Lo stesso Piton, anche se lo si viene a sapere solo all'ultimo, è un MANDANTE, quando lo spinge a cercare la spada di Grifondoro o quando lo consiglia di chiudere la sua mente a Voldemort.
In Harry, però, il vero MANDANTE è la sua volontà. Harry ha una grande volontà e riesce a gestirla sempre nel migliore dei modi. Non per niente è sopravvissuto senza danni mentali alla convivenza con gli zii. La sua grande volontà e la sua grande forza d'animo lo spingono a rifiutare l'amicizia di Draco Malfoy così come lo spingono a decidere lui stesso la Casa a cui appartenere, convincendo il Cappello Parlante a smistarlo nei Grifondoro. E' la sua grande volontà che gli fa affermare di essere un uomo di Silente sempre e comunque così come gli fa accettare di essere il solo a poter distruggere Voldemort anche a costo della sua stessa vita, portandolo così a sacrificarsi per tutti.

PERSONAGGIO 3 - L'ANTI-EROE o IL FALSO EROE

Questo è più difficile da individuare. Il FALSO EROE è colui che, con l'astuzia e l'inganno, cerca di proclamare sè stesso o farsi riconoscere eroe, affermando falsità e pretendendo riconoscimenti e meriti senza giusta causa.
In Harry Potter ve ne è più d'uno. Il Ministro Caramell si rivela FALSO EROE quando nega l'evidente ritorno di Voldemort, pretendendo di essere creduto solo sulla parola e accusando Silente di volergli rubare il posto.
La professoressa Umbridge è un altro FALSO EROE, dedita all'inganno e alle azioni subdole, addirittura falsificando la sua discendenza con l'acquisto del medaglione e pretendendo di usare l'occhio di Moody (un trofeo di guerra, appartenuto però a un servitore del Bene) per i suoi scopi.
Anche il nuovo Ministro Scrimgeour potrebbe, anche se per poco, essere considerato un ANTI-EROE, quando pretende di assicurarsi l'appoggio di tutta la comunità magica tramite Harry, cercando di convincerlo a passare dalla parte del Ministero, o meglio di convincerlo ad aiutarlo a convincere la comunità magica che Harry Potter appoggia l'operato del Ministero.
Un altro FALSO EROE, anche se personaggio marginale, potrebbe essere Ludo Bagman che, nella sua veste di importante funzionario ministeriale e usando la sua fama di ex giocatore di quidditch, sfrutta il suo potere per approfittarsi degli altri per i propri scopi (in questo caso non pagare le scommesse).
Un altro FALSO EROE è senza dubbio Gilderoy Allock che, con l'inganno, si trasforma da inetto mago a eroe, rubando le azioni e le avventure, compresi i ricordi di queste, ad altri maghi e spacciandole per sue allo scopo di conquistare potere, rispetto e notorietà.
Tutti questi personaggi sono FALSI-EROI un po' atipici perchè non usano l'inganno per sostituirsi all'Eroe, bensì per sfruttarlo per loro tornaconto (ricerca o affermazione o rafforzamento del potere personale). Lo sfruttamento può essere anche denigratorio (screditare il personaggio famoso, l'Eroe, per esaltare se stessi). E' ciò che fanno Caramell e la Umbridge, quest'ultima oltretutto impegnata addirittura a crearsi un albero genealogico più blasonato e importante del suo. Allock sfrutta l'Eroe cercando di tenerselo vicino, aumentando così la sua fama. Stessa cosa cerca di fare Scrimgeour anche se con scopi diversi (accrescere la fiducia nel Ministero e accaparrare consensi). Bagman sfrutta l'Eroe per suo interesse materiale, avendo scommesso sulla sua vittoria al Torneo TreMaghi.

PERSONAGGIO 2 - L'ANTAGONISTA

L'ANTAGONISTA è il nemico dell'EROE, il personaggio che deve essere sconfitto. In moltissimi casi è la rappresentazione del Male.
Qui l'ANTAGONISTA principale è Voldemort, il quale ha in sè l'essenza del Male. Potrebbero però essere considerati ANTAGONISTI tutti coloro che sono contro l'EROE, pertanto tutti i Mangiamorte e i vari personaggi cattivi o coloro che, dalla parte del Bene, lo ostacolano.
Perchè la pace iniziale venga ripristinata, Voldemort deve essere sconfitto in ogni caso. Harry prova a sconfiggerlo tramite il rimorso, il pentimento o meglio la redenzione e la ricostruzione della sua anima ma non vi riesce e Voldemort viene infine ucciso da sè stesso, a causa del suo stesso essere senza rimorso e pentimento.

PERSONAGGIO 1 - L'EROE

L'EROE è il personaggio principale, colui che svolge l'AZIONE atta a ripristinare l'equilibrio.
Beh, in questo caso l'EROE è uno solo (come nella maggior parte dei casi) e si chiama Harry Potter. E' lui che, nel corso degli anni, si troverà protagonista delle vicende svolgendo vari compiti, tutti finalizzati alla sconfitta del Male Voldemort, allo scopo di riequilibrare le sorti o, meglio, di ripristinare la potenza del Bene.

TEMPO 4 - CONCLUSIONE

La Conclusione è il momento in cui viene ripristinato l'equilibrio iniziale, con la distruzione-sconfitta dell'Antagonista (il Male) da parte dell'Eroe.
In Harry Potter tutto ciò avviene nel settimo e conclusivo libro. Con la distruzione di Voldemort l'equilibrio, o per meglio dire la pace viene ripristinata, il Bene trionfa sul Male.
In questo caso, e in molti altri casi, non viene ripristinato l'equilibrio, perchè il Male è stato sconfitto. Si avrebbe equilibrio se il Male perdurasse ma con forza eguale a quella del Bene. Qui è il Bene a trionfare, pertanto è la Pace a regnare, l'equilibrio non c'è perchè l'ago della bilancia volge dalla parte del Bene.
Meglio così, no?

giovedì 27 dicembre 2007

TEMPO 3 - AZIONE

Le AZIONI sono quelle svolte dall'Eroe per ripristinare l'equilibrio iniziale, distruggendo-sconfiggendo il Male o svolgendo compiti che portano allo stesso risultato.
Harry Potter svolge tantissime AZIONI, si potrebbe dire una in ogni libro della saga. Nel primo libro cerca in ogni modo di impedire a Voldemort di impossessarsi della Pietra Filosofale, nel secondo combatte il ricordo di Voldemort e uccide il Basilisco, suo servo. Nel terzo libro, anche se per molto tempo concentra i suoi sforzi tentando di colpire il personaggio sbagliato, tenta di impedire che il servo Codaliscia si riunisca al suo padrone. Nel quarto libro combatte contro Voldemort, nel quinto si unisce alle forze del Bene riuscendo a impedire al Male di impossessarsi dell'arma della quale era in cerca (la profezia), nel sesto viene a conoscenza del segreto del Male (gli horcruxes) e si proclama pronto alla distruzione del segreto, cosa che manterrà nel settimo, unitamente alla distruzione/sconfitta definitiva del Male stesso (Voldemort).

TEMPO 2 - MOVENTE

Il MOVENTE è l'azione, il fatto, l'accadimento che spezza l'equilibrio. In Harry Potter, se si prende come INIZIO il periodo precedente la morte dei genitori del ragazzo, potrebbe essere dato dal tentato omicidio di Voldemort contro Harry infante. La maledizione lanciata contro il bambino, tornando indietro e colpendo chi l'aveva prodotta, spezza l'equilibrio, o stallo, provocando la momentanea sparizione-sconfitta del Male per eccellenza (Voldemort), così il Bene (Auror, Ordine della Fenice, ecc) ha la meglio sul Male (Mangiamorte).
Però, dopo una iniziale vittoria del Bene, la situazione torna di nuovo in equilibrio, o per meglio dire, si ha una situazione di stasi, che viene "spezzata" dall'entrata in scena dell'Eroe (Harry) che prende coscienza del suo essere mago. Venendo a conoscenza delle circostanze della morte dei genitori, scegliendo di appartenere a Grifondoro, fidandosi ciecamente di Silente, Harry spezza il periodo di stasi perchè pone se stesso in prima linea, dichiarandosi e mostrandosi pronto a combattere il Male il quale, preso dai preparativi del suo ritorno in scena, non si aspetta tanta prontezza e coraggio.

TEMPO 1 - INIZIO

L'inizio è il tempo caratterizzato dall'equilibrio tra i valori e le situazioni. Il bene e il male sono in equilibrio e tutto sembra immutabile.
In Harry Potter questo INIZIO potrebbe essere riconosciuto nei 10 anni che il ragazzo trascorre dagli zii senza avere conoscenza della sua natura di mago. Il Male (Voldemort) c'è ancora, anche se molti sono sicuri della sua distruzione; il Bene (cioè il Bambino Sopravvissuto, l'eroe, colui al quale è affidato il compito arduo) non ha ancora consapevolezza del suo essere. La situazione è in equilibrio, anche se precario. Il Male, infatti, si sta rafforzando e sta tramando per tornare e distruggere il Bene.
Potrebbe però trattarsi di un secondo INIZIO. Il primo, infatti, potrebbe essere ricondotto al periodo subito precedente la morte di Lily e James Potter, in cui il Male e il Bene si contrastavano senza riuscire l'uno a sovrastare l'altro. Mangiamorte contro Auror, Voldemort contro Silente e Ordine della Fenice: non dimentichiamo che alla spietatezza dei Mangiamorte corrispondeva l'altrettanta spietatezza degli Auror, comandati da un famigerato Barty Crouch Sr. In questo caso più che di equilibrio sarebbe più opportuno parlare di stallo.

Le basi dello Schema di Propp

Nel 1928 il linguista e antropologo russo Vladimir Propp pubblicò "Morfologia della Fiaba" in cui analizzò e classificò i vari esempi di fiaba ed identificò in questi alcuni valori immutabili.
Secondo Propp, infatti, una fiaba è caratterizzata da 4 tempi:
1 - INIZIO - in cui la situazione è in equilibrio
2 - MOVENTE - che interrompe l'equilibrio
3 - AZIONE - in questo caso tutte quelle svolte dall'eroe per ripristinare l'equilibrio
4 - CONCLUSIONE - equilibrio finalmente ripristinato
La durata di ogni tempo può essere diversa, ma lo schema è immutabile.
E' logico che una storia ha bisogno di personaggi e Propp ne individuò 8 fissi:
1 - EROE o EROINA - è il protagonista. E' colui/colei che svolgerà l'azione e che trionferà nella conclusione. In molti casi l'azione è una missione.
2 - ANTAGONISTA - è il nemico dell'eroe, il suo oppositore.
3 - ANTI-EROE o anche FALSO EROE - tendente all'inganno per sostituirsi all'eroe
4 - MANDANTE - istiga, spinge, consiglia l'eroe a compiere l'azione, a svolgere la sua missione.
5 - MENTORE - è il consigliere dell'eroe, colui che lo guida nell'azione o missione. Di solito è colui che fornisce all'eroe un'arma, un dono, anche magico, che servirà per svolgere al meglio l'azione.
6 - AIUTANTE - il braccio destro dell'eroe, colui che lo aiuta a svolgere e portare a termine la missione.
7 - SOVRANO - o il capo, o il generale. Può essere amico o nemico dell'eroe.
8 - PRINCIPESSA - simboleggia il premio finale per il raggiungimento dello scopo.
Non tutti i personaggi sono sempre presenti contemporaneamente in una storia fiabesca, è logico però che l'eroe e l'antagonista siano indispensabili. Inoltre alcuni personaggi possono essere multipli (più aiutanti, più anti-eroi, ecc) oppure svolgere più mansioni (il mentore potrebbe essere il mandante o l'aiutante).
Inoltre Propp individua ben 31 funzioni nello svolgimento della storia (dall'INIZIO alla CONCLUSIONE):
1 - PARTENZA o ALLONTANAMENTO - uno o più persone legate all'eroe si allontana dalla scena. Molto spesso si parla di familiari. E' qui che avviene l'introduzione dell'eroe nella storia.
2 - ORDINE - Spessissimo si tratta di un DIVIETO. All'eroe viene ordinato di NON FARE una certa cosa.
3 - DISOBBEDIENZA - l'eroe trasgredisce all'ordine.
4 - INDAGINI - in questo caso sono svolte dall'antagonista, che fa delle ricerche per un determinato motivo. Potrebbe cercare una persona o una cosa preziosa.
5 - DELAZIONE - l'antagonista riceve informazioni, spiate e rivelazioni sulla sua vittima.
6 - TRAPPOLA - l'antagonista cerca di far cadere l'eroe in un tranello, cerca di ingannarlo, per poterlo conquistare o per impossessarsi dei suoi beni. L'antagonista potrebbe anche travestirsi per ottenere la fiducia dell'eroe.
7 - CONNIVENZA - l'eroe cade nel tranello e diventa favoreggiatore, complice o semplice compiacente dell'antagonista
8 - DANNO - l'antagonista reca un danno o toglie qualcosa o distrugge qualcosa, spesso ai membri della famiglia dell'eroe o a persone a lui vicine. A volte è invece qualcuno vicino all'eroe a volere qualcosa o a difettare in qualcosa.
9 - MEDIAZIONE - cioè la conoscenza del danno. L'eroe scopre il danno subito, accorre a una richiesta di aiuto. Alcune volte è un eroe/vittima che viene liberato e mandato lontano.
10 - REAZIONE - l'eroe accetta la situazione oppure reagisce.
11 - PARTENZA - l'eroe parte, lascia la sua casa o il luogo in cui si trovava.
12 - PROVA - Entra in scena il mentore che mette alla prova l'eroe, anche interrogandolo o attaccandolo, allo scopo di prepararlo al dono da ricevere (spesso qualcosa di magico).
13 - RISPOSTA - l'eroe reagisce alla prova rispondendo o fallendo il test, libera prigionieri, riconcilia persone in lotta tra loro, presta i suoi servigi, usa i poteri degli avversari contro di essi.
14 - DONO - l'eroe vince il dono, il mezzo magico, ne acquisisce l'uso. Il mentore glielo consegna direttamente, oppure gli da la possibilità di localizzarlo, comprarlo, prepararlo, berlo o mangiarlo. Il dono può anche apparire spontaneamente oppure essergli consegnato da altri personaggi.
15 - VIAGGIO - l'eroe si trasferisce o viene trasferito, portato, condotto nel luogo in cui si svolgerà l'impresa, dove si trova l'oggetto della sua ricerca.
16 - SCONTRO - l'eroe e l'antagonista si scontrano direttamente, combattono uno contro l'altro.
17 - MARCHIO - l'eroe riceve un segno, un marchio, una ferita, un'offesa fisica, un oggetto prezioso, qualcosa che lo possa distinguere o rapportare a un accadimento o azione o gruppo.
18 - VITTORIA - l'antagonista è sconfitto, ucciso in guerra o nel sonno, vinto in battaglia o in una gara, bandito e esiliato.
19 - RIPRISTINO - torna in essere la situazione iniziale con l'annullamento della sfortuna, della disgrazia, la distribuzione dell'oggetto della ricerca, la rottura dell'incantesimo, il ritorno in vita di persone uccise, la liberazione di prigionieri.
20 - RITORNO - l'eroe torna nel luogo di appartenenza
21 - PERSECUZIONE - l'eroe è perseguitato. Il persecutore o inseguitore prova ad ucciderlo, mangiarlo, insidiarlo.
22 - SALVEZZA - l'eroe si salva tramite ostacoli che ritardano il persecutore o inseguitore, oppure l'eroe si nasconde o viene nascosto, si trasforma o maschera per non essere riconosciuto, o viene salvato dall'attentato alla sua vita.
23 - INCOGNITO - l'eroe arriva non riconosciuto nella sua casa o in un altro paese.
24 - FALSO EROE - Entra in scena il falso eroe che afferma falsità e fa richieste infondate.
25 - ARDUO COMPITO - una difficile impresa è proposta all'eroe, che deve risolvere enigmi, dimostrare forza e resistenza in prove faticose, o svolgere altre mansioni non meno difficoltose.
26 - COMPITO RIUSCITO - la prova viene risolta dall'eroe in maniera positiva.
27 - EROE SVELATO - l'eroe viene riconosciuto o si lascia riconoscere, tramite una ferita, un segno, un oggetto.
28 - SMASCHERAMENTO - il falso eroe o l'antagonista vengono scoperti, smascherati.
29 - NUOVO ASPETTO - l'eroe assume altre sembianze, con la scomparsa di ferite, l'utilizzo di nuovi abiti, prendendo l'aspetto di persona bella, avvenente, gentile, ecc.
30 - PUNIZIONE - è quella spettante all'antagonista.
31 - PREMIO - è quello spettante all'eroe, che si sposa, ascende al trono, riceve promozioni, regali, riconoscimenti.
Non tutte le funzioni sono presenti in una storia, e l'ordine può essere cambiato, oppure le funzioni posso ripetersi nel corso della storia.

mercoledì 26 dicembre 2007

L'ennesimo "uomo nero"

Beh questa è tiraaaataaaaa. L'uomo è nero, alto, quasi "affascinante" con quei baffetti da sparviero ahahahah. Cattivo è cattivo e pure tanto. Non so perchè ma metterei anche Macchia Nera in questo elenco. L'amore malato... mi sembra di ricordare avesse un debole per Minnie?

Un altro uomo nero

Mi viene un altro uomo nero (che più nero non si può). Cattivo boh forse non lo era del tutto, di sicuro il suo era un amore malato, così sottomesso alla gelosia. Che ne dite di Otello?

domenica 23 dicembre 2007

Apriti sesamo!

Una porta nascosta si illumina leggermente lasciando intuire un passaggio oltre essa... ma come aprirla? Serve la parola magica... Apriti sesamo! Niente! Era sesamo? Forse no... riproviamo... Apriti sedano! Nemmeno... Apriti sepalo! Apriti Pesaro! Apriti Dedalo! Apriti maledetta apritiiiiiii!!!! Ahinoi, la porta non si apre e il tesoro rimarrà per sempre nascosto!
A dir la verità in Harry Potter la porta non celava proprio un tesoro. Oltre essa c'era un laghetto che non era propriamente ameno, pullulante di morti ambulanti (gli Inferi). Al centro del laghetto c'era un'isoletta, per raggiungerla serviva una barchetta. Sull'isoletta c'era una concolina, nella concolina piena di liquido schifoso c'era un medaglione, taroccato Made in China.
Ragazzi, Voldemort non era solo un pazzo furioso, era proprio scemo. Ma non ci dormiva la notte per pensarle? Come caspita ha trovato quel posto? Si vabbè la caverna sotto la scogliera eccetera eccetera, ma come l'ha trovata quella caverna. Si vabbè per fare il bullo con i bambini scendendo la scarpata con la magia. Ma perchè cavolo c'è dovuto entrare nella caverna. Vabbè basta da qui non ne esco più.
La porta col passaggio al laghetto sembra il percorso al contrario delle Miniere di Moria. Lì in laghetto era fuori e anche lì c'era il mostro acquatico di turno. La porta era nascosta proprio come nella caverna di Voldemort. Entrambe le porte si aprivano solo facendo una determinata cosa. A Moria bisognava dire la parola "amico", Voldemort invece aveva imposto il tributo di sangue (solito megalomane).
La Rowling ha piazzato una porta chiusa anche nel suo sito. Per aprirla bisogna bussare saltellando sul piede destro mentre si fischietta la marcia trionfale dell'Aida. Provare per credere!

sabato 22 dicembre 2007

I Maghi buoni sono bianchi 2

Che poi mica è detto: guardate Saruman. Lui pure era il bianco (lui pure usa il Perlana per lavarsi i capelli) però mica è buono, anzi. Solo che non ho capito come faceva a fare la mano bianca sulle sue creature. Forse immergeva le mani nella farina? Forse faceva il bagno nel latte come Poppea e a lungo andare era sbiancato pure lui? Forse è dal suo pallore e dalle sue impronte bianche che Micheal Jackson ha preso spunto per lo schiarimento (voglio essere bianco come Saruman tiè!)

I Maghi buoni sono bianchi

Vabbè, mi pare logico: se sono vecchi sono bianchi, mica si fanno la tinta. In fin dei conti Silente ama colori vivaci e cattura-jella, come il viola. E' Gandal che, dopo essersi dato una ripulita in alta montagna col Balrog, diventa così bianco che l'Omino Bianco diventa verde di invidia.
Ma tutti e due sono detti bianchi. Cioè quasi. Gandalf è detto il Bianco, Silente addirittura ci si chiama Bianco (Albus). Che a me sto Albus dà più l'idea della chiara dell'uovo sgocciolante... non so ma mi fa impressione. Bleach!

I Maghi buoni sono vecchi

Silente, grande mago, ha i capelli bianchi. Dato che si è fatto prestare una bottiglina di Elisir di Lunga Vita da Flamel, ha più di 100 anni, giorno più giorno meno. Ha pure la barbona bianca, così lunga che la tiene legata con un anellino. Roba da matti. Siamo sicuri che non sia un hippy rincitrullito? Visti gli abiti che porta ci farei un pensierino.
Ma volete mettere la naturalezza di Gandalf? Pure lui è vecchio, anche più di Silente. I suoi capelli sono liberi e belli, lavati sicuramente col Perlana. Anche lui ha la barba... ma nemmeno un anellino, un fiocchettino. E poi i suoi vestiti... esclusivamente nel nome del riciclaggio estremo (iuta e cordame), tutti modelli esclusivi firmati 'Ncio Nalir (stilista giapponese di origini magrebine). Che sciccheria!

Ma i ragni non portano fortuna?

E' quello che mi hanno sempre detto: ragno guadagno. E invece no. Cioè può darsi pure, ma di sicuro i ragni giganteschi no, non portano fortuna e sono oltremodo affamati.
Aragog, la bestiolina affettuosa di Hagrid, è un mostro orripilante. Oltretutto si è pure replicato e così la Foresta Proibita pullula di giganteschi ragni pronti a sbranare. Harry e Ron riescono a malapena a salvarsi dall'essere trasformati in antipasto. Ma cosa mangiano i ragnoni nella Foresta? I Centauri? Gli Unicorni? Boh! Magari si mangiano tra loro.
Shilab, almeno, aveva a disposizione orchetti e urukai. Miseriaccia se era cattiva. Non ho capito se muore. Di sicuro Aragog muore di vecchiaia, pace all'anima sua.


L'Occhio che scruta

Fortissimo l'occhio magico di Moody, vero? Cavolo, poter guardare anche dietro la testa, attraversare porte e muri con lo sguardo. Bene ha fatto Harry a seppellirlo, quella rospa viscida della Umbridge non lo meritava. Pussa via brutto rospo. Certo che con quell'occhio non gli sfuggiva nulla. Gli è sfuggito l'attimo (solo un attimo) per capire che quel viscido (pure lui!) di Mung stava per scappare e così non ha deviato la maledizione di Voldemort. Peccato! Mi piaceva Moody.Anche Sauron aveva un occhio magico (anzi ormai era solo l'Occhio) per scrutare dappertutto. Non gli sfuggiva nulla. Peccato gli sia sfuggito un attimo (solo uno) per vedere due piccolissimi hobbit che si stavano avvicinando. Peccato! Per lui solo però!

Il Male veste Dark

Miseriaccia, se son brutti i Dissennatori! Sembrano la rappresentazione visiva degli incubi. Neri, sporchi e cattivi!!! Ce l'hanno con tutti, maghi e babbani, e l'unico motivo per cui si alleano con Voldemort è che questi li lascia liberi di scorazzare e succhiare anime. La cosa che mi son sempre chiesta è: ma come si riproducono? Credo di aver letto da qualche parte che la risposta è sul settimo libro, ma non ne sono sicurissima. Lo leggerò. Di certo la vedo dura a replicarsi usando il classico metodo del "coso nella cosa". Io non riesco a immaginarmela una Dissennatora. Secondo me sono asessuati e si replicano infettando. Sono i più pericolosi seguaci di Voldemort. Neri come la pece, neri come i Nazgul. Anche loro sono i più pericolosi seguaci di Sauron, solo che non si replicano... almeno spero non esistano Nazgulle!

Rivoglio il mio corpo!

Non mi è ancora chiaro perchè Voldemort non sia morto quando gli è rimbalzata indietro la maledizione lanciata su Harry infante. Ho pensato e ripensato e ho tirato fuori questa soluzione (aiutatemi!). Dunque... dato che muore sia il corpo che l'anima... il corpo di Voldemort è morto ma l'anima no perchè non era intera, nel senso che per morire doveva riunirsi agli altri pezzi, oppure bisognava che tutti gli altri pezzi morissero. E' così? Ditemi di si vi prego !!!Un'altra cosa che non mi è chiara è questa: perchè Voldemort continua a parlare di vincere sulla morte? Cosa aveva vinto? Secondo me nulla.Aveva comunque bisogno di un corpo per vivere (o solo per agire). L'anima da sola aveva un bel da fare a usare la bacchetta! Prima si prende i corpi di topi e serpenti (bleach), poi entra nella scatola cranica di Raptor (ci avrà trovato due bacherozzi a girare la corda e uno a saltare? Boh!). Si trasforma in un mostriciattolo (portato in braccio a mo' di infante da Tata Codaliscia) e alla fine, dopo essersi immerso in una pozione più schifosa del "battuto della nonna" di Tognazzi e Gassman nel film "I nuovi mostri", riacquista un corpo che nemmeno io usando il Das, negata come sono in manipolazione, riuscirei a fare più brutto. Al suo confronto il Grinch è affascinante e E.T. è sicuramente figlio di Brad Pitt (tutto suo padre!).Secondo dati scientificamente provati (ci sono fior di studi sull'argomento, tutti svolti da ricercatori del CNR appassionati di Harry Potter) Voldemort nacque il 31 dicembre 1926. All'epoca della resurrezione corporea (fine Torneo TreMaghi - giugno 1995) aveva perciò 68 anni e mezzo. Ora io mi chiedo: tutto questo casino per arrivare a 68 anni in quelle condizioni??? La media dei babbani arriva senza difficoltà anche a 70-80 anni, mantenendo il corpo in condizioni decenti. Perse il suo corpo nell'ottobre del 1981, cioè all'età di quasi 55 anni era già ridotto una larva!!! Ma si può? Ah, ma i più filosofi tra i potteriani mi risponderanno che in fin dei conti Voldemort era l'essenza del male e come tale poteva distribuire malvagità anche da spirito. Ma allora perchè cercarsi un corpo?Voldemort è un perdente, non ammette nemmeno la sua sconfitta, o meglio si auto-convince della vittoria sulla Morte. Ma vittoria di cosa, che persino Sauron (un maiar, pertanto un dio o quasi-dio) aveva avuto bisogno di ricrearsi un corpo. Cos'hanno in comune questi due? Entrambi oscuri signori, regnanti sulle tenebre, si ritrovano senza regno ridotti a volatili essenze. Nella loro stupida malvagità tentano di riconquistare il potere perduto non facendo però i conti con chi il cervello lo usa davvero, cioè tutti gli altri, poi che si chiamino Harry o Frodo, Aragorn o Neville poco importa.

Le ferite del Male

"Il male c'è! Il male esiste!" recitava Kirk Douglas nel film "I 4 volti dell'assassino". E' vero, il male c'è... e soprattutto il male FA MALE! (Ahia!) E le ferite di un certo tipo di male fanno male parecchio e a lungo.
Frodo combatte contro il Male cercando di distruggere il suo "essere" (l'anello). Prima che Frodo decida di farsi carico di questo compito, contro di lui il Male manda i suoi servitori (i Nazgul) che riescono a ferirlo. Per quanti anni Frodo si porta dietro quella ferita? E continua a fargli male. (Ahia!)
Harry combatte il Male cercando di distruggere il suo "essere" (gli horcruxes). Prima che Harry decida di dover prendersi questo compito (spinto anche dal destino) il Male stesso, o una sua rappresentazione, (Voldemort) lo ferisce. Harry si porterà dietro quella ferita per la vita e per molti anni gli farà un male boia (Ahia!).
Frodo continua a sentire dolore anche dopo la distruzione dell' "essere" del Male, Harry invece, una volta distrutto il Male smetterà di sentire dolore.
Harry ha distrutto il Male e Frodo no?
Il Male combattuto da Frodo era più Male del Male combattuto da Harry?
Ok, mi sto incartando. Ci ripenserò.

Non dirlo!!!

Guai a chi lo chiama per nome!!! Peste lo colga!!!
Orv
oloson o Marvolo che sia, ritrovarsi con un nome del genere ti porta a pensare che magari i tuoi genitori ti han voluto fare un dispetto (è il minimo!). Mi immagino la scena: Tom Riddle che gioca con le lettere del suo nome cercando di incastrarle per tirarne fuori qualcosa di grandioso. Quanto tempo avrà impiegato? Io ci avrei messo mesi, è sicuro!
 
Ora, quel poveretto ha faticato così tanto per trovarsi un nome adeguato e gli altri che fanno? Lo ignorano ed evitano di pronunciarlo? Ah rabbia!
La paura del nome riflette la paura di ciò che quel nome rappresenta. E così tutti lo chiamavano... senza chiamarlo affatto. Tu-Sai-Chi, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato... tutta questa tiritera per non chiamarlo per nome? Ma mettetegli un nick più corto... magari chiamatelo UGO. Chi ha ucciso i Potter? UGO !!! Chi ha riacquistato un corpo che più brutto non si può? UGO !!! Di chi è seguace Bellatrix? Ma di UGO è logico !!! 
Mi immagino Lucius che si rivolge a Voldemort dicendo "Mio Signore e Padrone UGO!!!"
 
Sarebbe stato di sicuro destabilizzante per Voldemort e invece di ritrovarsi al potere sarebbe stato sepolto da quintali di pernacchie.
 
Nella letteratura italiana abbiamo un esempio fulgido di innominabilità: l'Innominato (appunto) dei Promessi Sposi. Aveva costui un nome molto più altisonante del bel Tom: si chiamava infatti Francesco Bernardino Visconti. Oh Visconti eh, mica pappole!!!!
 
Cos'hanno in comune questi due, a parte la cattiveria? In maniera diversa il loro destino è legato al pentimento. Il Visconti si pente e si redime (vuoi per l'intervento del Cardinal Borromeo, vuoi per la voglia di andarsene in pensione visto che non era più un giovincello). Voldemort non sa che farsene del pentimento (forse non sa nemmeno cosa sia) e così butta alle ortiche tutta la sua lotta e la sua vittoria (pia illusione) sulla morte.

Il Nome del Male

Uh! Che Paura! Possibile che ci sia sempre un orco cattivo e "anonimo" nelle storie? Gli eroi buoni (comprese le principesse) hanno sempre un nome. Loro sono limpidi e puri e non hanno paura di rivelare le generalità. Mi chiamo Pinocchio figlio di Geppetto, il Gatto e la Volpe mi hanno rubato le monete. Vado alla polizia e denuncio ... come caspita si chiamano il gatto e la volpe? Però il postiglione ha rapito dei bambini attirandoli subdolamente: è un pedofilo e va denunciato. Ma come si chiama il Postiglione??? Ma i cattivi ce l'hanno un nome?

L'uomo nero e l'amore sbagliato

Anni fa, avvicinandomi al mondo della lirica, ebbi la fortuna di assistere alla rappresentazione della "Tosca" a Villa Borghese (Roma). Conoscevo la storia e ricordavo il film di Magni con Proietti e la Vitti. In quel film il ruolo di Scarpia era interpretato da Vittorio Gassman: fisico asciutto, alto e vestito di nero (senza contare il fascino di Gassman). Nella "Tosca" lirica non so chi fossero gli interpreti. Scarpia, però, era rappresentato in modo identico: alto, magro, vestito di nero. Di Scarpia conosciamo la crudeltà che non lesinava persino alla donna ambita, bramata: Tosca. Scarpia ama Tosca in modo maligno, cattivo, prepotente. E' pronto a farla soffrire pur di averla. Qualche anno dopo mi capitò (non per caso) di vedere al cinema il cartone Disney del momento: Il Gobbo di Notre-Dame. Ed ecco lì Frollo, il prete innamorato. Strano, mi dissi, somiglia Scarpia. Non so se la Disney si ispirò all'opera lirica, fatto sta che anche Frollo era alto, magro, vestito di nero e crudele. Certo, in un film per bambini, il tema di un amore malato, in questo caso riguardante addirittura un uomo di chiesa, era stato limato e reso più digeribile, ma il personaggio di Frollo è anch'egli follemente e malvagiamente innamorato di una donna (Esmeralda) ed è pronto anch'egli a far soffrire la malcapitata pur di averla (addirittura qui la uccide). Nella versione musical di Cocciante Frollo è come me lo aspettavo: vero che l'attore non era una silfide, ma era prestante, alto e vestito di nero e, perchè no, a suo modo, affascinante. Come si riallaccia tutto questo a Harry Potter? Fu un lampo, nella mia mente forse troppo attenta a similitudini e contrasti. Guardando il primo film ebbi il lampo (non di genio, ma di pazzia forse). A parte lo stupore di trovarmi di fronte il bel cattivo di Die Hard (ma di questo parlerò in altri interventi), la cosa che mi colpì fu l'aspetto di Piton: alto, prestante, vestito di nero e cattivo. All'epoca mi soffermai solo su questa stranezza rappresentativa, visto che nei libri il professore di pozioni era descritto diversamente. Andando avanti nei libri (ora finendo con il settimo) aggiunsi alle caratteristiche comuni con gli altri personaggi anche l'amore sbagliato. Avevo trovato l'ennesimo uomo nero colpito dalla malattia d'amore. Anche Piton ama in modo cattivo la dolce Lily, pronto a farle del male pur di averla, mandandole a morte figlioletto e marito. E, checchè ne pensino le idolatrici del bel Severus, non provando alcun rimorso per questo. Allora mi chiedo: è uno stereotipo letterario e no l'associazione uomo nero/amore malato? La Rowling, di sicuro, non c'entra nulla, visto che il suo Piton scritto ha un aspetto decisamente diverso da quello visivo. E' stata la produzione di sicuro. Rimane comunque il fatto che anche questo uomo nero risulta affascinante, come i suoi amici Scarpia e Frollo.